Maiali si nasce.
Essere dei maiali è un'arte….parliamone.
Meglio un giorno da maiali che 1000 da erbivoro.
Oggi mattinata strana. Ho capito che ho bisogno di ferie.
Mi alzo al solito alle 6.30, mi preparo e preparo i miei amenicoli, esco, inforco la bici e …. via, verso il primo paziente approffittando del fresco. Arrivo in loco dopo circa 12 minuti, sono in anticipo, entro nel cancelletto, scendo dalla bici, sto per chiuderla………BANG!!!! Un flash. Ma oggi che giorno è? Cribbio…..venerdì, non dovevo venire qui oggi, lunedì debbo venire…… porca paletta.
Risalgo in bici e mi dirigo verso il centro storico, fa ancora fresco, sono appena le 8.30. Mi avvicino verso la casa del secondo paziente, in centro, giro un po' lungo per far passare il tempo, città quasi vuota, negozi ancora chiusi, è presto, ma molti non apriranno, sono in ferie. Arrivo in loco verso le 8.50, sono in netto anticipo. Telefono e tento di salire adesso. “La signora dorme ancora, torni fra mezz'ora….” E io che cavolo faccio?
Risalgo in bici e riparto per un nuovo City Tour.
In sei minuti facio il Tour….. e poi quasi per caso passo in Via Albinelli….e vedo il baretto….la vecchia insegna in alto, scritta argentata sbiadita su fondo rosso recita M.SCHIAVONI e in basso, all'angolo sinistro della vetratina leggo il catello scritto a mano….Venerdì 14 Agosto Cotechino Day…………………… Proseguo, al primo angolo giro a destra, a quello successivo idem, come pure a quello dopo e ancora ad un altro e….mi ritrovo a passare di lì.
� un attimo, una sinapsi si infiamma e la ciclo è già incatenata.
Sono dentro. Ho tempo. Sono le 8.55.
Il locale sarà , a dirla tutta, 3 metri quadrati, comprensivi di: fornetto riscaldatore, microonde, banco per preparare i panini, vetrinetta con panini pronti, frigo, macchina del caffè, banco bar, mensole liquori, cassa, ripiani d'appoggio per avventori e spazio per stare in piedi, davanti al banco e, incredibilmente, dietro.
Un bar completo in uno “sputo”. Mitico. Mondiale.
Faccio la coda. Giancarlo dietro al banco, con i suoi bei baffoni e la sua mega stempiatura abbronzata, sta affettando un cotechino. Il signore davanti a me ordina un panino col cotechino e un panino dolce con cotechino per la sua signora, acqua e un bianchino frizzante. Giancarlo mi guarda….. “come il signore”, dico io. Machissenefrega se sono le 9.00 del mattino del 14 agosto ed io mi sparo un panino imbottito di cotechino e salsina verde e mi bevo un frizzantino consegnatomi dalla signora al banco. Ebbene sì, in quello spazio angusto dietro ai banconi ci vivono in due.
Ma vammo a prenderla nel bisacchino chi mi vuol male…….
Il bianchino, nonostante l'ora, non mi crea problemi di sorta. Il panino è un'apoteosi. Mai e poi mai avrei pensato di mangiare del cotechino caldo in agosto.
Buono, buono, ottimo. Lo slappo in 10 minuti, bevo il vinello, pago i miei 7,50 € ed esco dal locale, felice come una Pasqua.
Devo ammetterlo, è la prima volta che metto piede lì. Non lo avevo mai fatto prima perché pensavo di non starci…. Ho rotto il ghiaccio, diventerò un abituè!!!
Sarà stato il caldo che arrivava, o forse il bianchino, o forse la voglia di ferie, ma avendo ripreso il mio City Tour perché ancora in anticipo, quando mi sono trovato a tansitare in Via Sant'Orsola davanti alla vecchia Manifattura dei Tabacchi si è alzato un picevole refolo di venticello che…….profumava di mare……ma vahhhh. E invece sì. Cinquanta metri al mare e poi sono ritornato in città , in un Vittorio Emanule extra smoggato.
Che dire ……………………………………….. 5 cappelli.
Alle 11.00 poi mi sono sparato un kebab, mi era rimasto un buchetto nello stomaco…………
Dulcis in fundo. Oggi a pranzo io e mia moglie abbiamo deciso di festeggiare domani il “Cotechino Day” in ritardo (dall'anno prossimo saremo puntuali) e quindi domani cotechino fagioloni e purè….
A-v salut magnadôr bóss, arváddres….
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Dal sito: http://www.paninodautore.it/?p=95
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Il concetto del panino: Schiavoni a Modena
Il bar Schiavoni è il più antico di Modena. Situato nella centralissima piazza del mercato, a due passi dal Duomo, viene rilevato nel dicembre del 1977 da Giancarlo Rubaldi che, stanco di lavorare come operaio metalmeccanico, inaugura in città un nuovo modo di “pensare” lo spuntino. E piano piano, con fatica, soprattutto i primi tempi, questo buchetto di tre metri per tre all'insegna del mangiar bene diventa un vero e proprio laboratorio, oggi punto di riferimento della vita cittadina, luogo d'incontro per scambiare quattro chiacchiere, sorseggiare un bicchiere e, ovviamente, sfiziarsi con le delizie di Giancarlo. Qui si parla di “concetto” del panino, cioè armonia degli abbinamenti, scelta di ingredienti di qualità e, possibilmente, della stessa regione, equilibrio dei saporiI. Ed ecco venir fuori, dunque, autentici capolavori farciti, da gustare in piedi o sulla strada ( il che aggiunge quel tocco di poesia che non guasta mai) frutto di una continua ricerca di ingredienti che non vi aspettereste di trovare nel baretto del mercato.
Altro che tramezzini con la maionese o tristi baguette al prosciutto: petto d'anatra affumicato pinoli tostati spremuta d'arance insalata di rucola uva passa e aceto balsamico tradizionale di Modena, oppure pesce spada affumicato cipolle di Tropea pomodorini insalata di arance olive taggiasche e capperi, crema di zucca e aceto balsamico a riempire due triangoli di mortadella rosolata al parmigiano reggiano. Per non parlare della baguette con cotechino sgrassato in forno condita con salsina verde e aceto balsamico. Ma anche creazioni realizzate solo per gioco, come il “panino al brodo“, o il cappuccino con brioche e acciuga.
Il mastro paninaro modenese ha recentemente illustrato l'ideazione a la preparazione di alcune delle sue chicche in occasione del Salone del Gusto di Torino, nell'ambito di un laboratorio sul panino d'autore tenutosi lunedì 27 ottobre 2007. Scopo dell'iniziativa mostrare come il panino stia assumendo sempre di più dignità come vero e proprio pasto, in quanto, se realizzato secondo certe regole, preparazione sana, completa dal punto di vista tradizionale, appagante per stomaco e palato, creativa.
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Infine un po' di storia non guasta mai
Da “ Giovanni Botti Â? Vie e Piazze di Modena” 1938.
"Via Luigi Albinelli
Da via dei Servi a piazza XX Settembre. Fiancheggia il nuovo Mercato al Minuto. (Denominata dal 1911).
Pubblico amministratore. Nacque a Montale nel Comune di Castelnuovo Rangone il 1° settembre 1854.
Si laureò in giurisprudenza nella nostra Università ed ancor giovanissimo, per spiccate sue doti d'intelletto e di operosità , si fece notare fra i più reputati avvocati del nostro foro.
Iniziò la sua vita pubblica nel Comune nativo quale Consigliere indi Sindaco. Nel 1900 nella seduta del 28 dicembre fu eletto Sindaco di Modena, rieletto il 7 settembre 1903 e il 2 luglio 1906 fino alla morte avvenuta il 31 maggio 1908 a 53 anni.
Durante il suo Sindacato potè raggiungere notevolissimi risultati quali: l'Unificazione dei debiti comunali; la riforma daziaria; grandi opere di risanamento cittadino, con sventramenti di vecchi quartieri e formazione di piazze quali la Mazzini e la XX Settembre; la costruzione di mercati e fabbricati; l'istituzione e costruzione di scuole; opere per fornire la città di energia elettrica; l'istituzione del frigorifero e di Enti Autonomi per le Case Popolari; la costruzione del Palazzo delle Poste ecc.
A perenne ricordo di Lui, gli fu eretto in Municipio un busto di bronzo, inaugurato nel 1910, e su un marmo si legge:
A Luigi Albinelli
Sindaco di Modena
per pubblica sottoscrizione
nel II anniversario
della sua morte
XXXI Maggio MCMX
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La via, prima che fosse intitolata al suo nome, nel 1911, era denominata «Contrada delle Carceri» perchè qui erano le prigioni comune preventive dette nel gergo modenese «la cmuuna» e trovavansi presso lo scomparso vicolo del Bue, verso la Piazza Maggiore, all'angolo ove questo faceva con la via stessa. Solo nel novembre del 1818 furono queste carceri trasferite nei locali delle carceri criminali. Qui appresso si trovava l'Oratorio di S. Giovanni, noto perchè in esso venivano condotti a ricevervi l'ultimo conforto i condannati al supplizio. Le esecuzioni avevano luogo nelle pubbliche piazze. Tristamente ricordati, sono, per questo fatto, i pilastri della torre dell'Orologio, il prato detto «la forca» fuori l'ex Porta S. Agostino e i merli dell'antico Castello Estense.
In documenti del sec. XIII l'odierna via Albinelli era segnata sotto la denominazione di «contrada de Malguzardis» dalla nobile famiglia omonima che vi abitava e vi possedeva case. Era essa via nella quasi sua totalità sottoposta alla giurisdizione della Cinquantina del Castellaro e quella di S. Bartolomeo in parte.
Negli Statuti Municipali del 1327 la «contrada de Malguzardis» è detta anche dei Rimioli, da una famiglia dello stesso nome, che ivi abitava ma sul lato opposto a quello dove stavano i Malguzardi.
Nel corso dei secoli questa via ebbe altre denominazioni: nell'Estimo delle case del 1717 è detta la «strada del conte Stoffa» dal palazzo che questi vi possedeva, ed anche di «S. Giovanni della Morte» dall'oratorio omonimo. Nel Libro delle Numerazioni del 1786 è detta invece «della Stella».
In questa via, degno di particolar nota, è il nuovo Mercato al Minuto, inaugurato il 28 Ottobre del 1931, anno IX dell'Era Fascista. Costruito sotto la direzione e disegno dell'Ufficio Tecnico e voluto dall'Amministrazione Podestarile, costituisce un'opera pregevole per i principi di tecnica e d'igiene su cui è basata. Nel centro vi è un'artistica fontana rappresentante «La portatrice di frutta» opera notevole del Graziosi."
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Da “Luigi-Francesco Valdrighi - Aggiunta alle Appendici e note (ediz. 1883) al Dizionario Storico-Etimologico delle contrade e spazi pubblici di Modena” 1893.
Contrada de' Malguzzardi o Malguicciardi.
Scomparsa e d'ubicazione ignota. Ã? nominata nella rubrica 133 degli statuti delle acque.
La famiglia Malguzzardi è con tutta probabilità una delle potenti famiglie di Vignola, che, assieme ai Grassoni, figura ben di spesso nelle cronache di quel castello. Il cronista Galli di colà , parlando dei tempi in che detto castello, governato a comune, era soggetto alla giurisdizione del vescovo di Modena, nomina un Rolando Malguzzardo che assieme a Gherardo e Guglielmo dei Grassoni s'oppose alla elezione di un podestà fatta dal vescovo nella persona di Giordano de' Prudhomini (30 novembre 1217), pel che furon dessi da lui scomunicati.
Al pari dei Grassoni avrà certo avuta casa in Modena la famiglia Malguzzardi, e di qui l'appellativo della contrada.
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Da “Dizionario Storico-Etimologico delle contrade e spazi pubblici di Modena redatto dal conte Luigi-Francesco Valdrighi” 1880.
Carceri (Contrada delle). - Dalla Contrada S. Bartolomeo alla Piazza Grande. Così è detta per esservi, presso al vicolo del Bue, già stata la cosi detta prigione comune (la cmuuna) dove rinchiudevansi i prevenuti di delitti lievi, con quale disordine può immaginarsi, potendo gl'imputati parlare dalle finestre coi passanti per la contrada, il che cessò solamente nel 1818 quando fu destinato un locale per costoro nelle carceri criminali. Doveanvi però anticamente essere prossime le prigioni del palazzo della Ragione, ma assai ampie, perchè in antiche cronache si racconta che fosservi racchiusi bolognesi in gran numero, dopo una grave rotta da essi patita, essendo in guerra col nostro comune, se pure provvisoriamente non li racchiusero nel duomo. Qui era l'oratorio di S. Giovanni che serviva di conforteria ai dannati all'estremo supplizio, che giustiziavansi bene spesso negli ultimi secoli sulla pubblica piazza, mentre in più remota età venivano le sentenze eseguite o fuori P. Cittanova a sinistra, in un prato che anche ora si dice delle forche, o ai merli del castello verso P. Albareto, o nel suo cortile segreto, o nelle carceri del palazzo del Podestà o ai suoi finestroni o alle due colonne d'entrata. La inferriata della finestra della cmuuna era così bassa, che nel 1622 un prigioniero che dimandava elemosina (come sino al 1859 si vedeva ancora nella colta Bologna dalle carceri del Torrazzo) levò il cappello ad uno che non gliela volle fare, trinciandoglielo con un coltello in minutissimi pezzi. La caserma delle guardie-pompieri del municipio che vi si vede, è di recente costruzione.
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Da “Modena descritta da Francesco Sossaj” 1841.
CONTRADA DELLE CARCERI.
Dalla Contrada S. Bartolomeo, conduce in Piazza. L'anno 1823 fu atterrato un portico nella posizione della casa N. 1807.
Alla sinistra verso la Piazza, si trova l'ingresso posteriore alla Beccheria grande, Nell'angolo del Vicolo del Bue, più verso la Piazza, costruita era una progione detta la comune, dove si rinchiudevano gli imputati di delitti non gravi, ed i reatizzati ammessi alle difese. Approffittando eglino della comodità , chiedevano la elemosina dalla ferriata del finestrone respiciente nella Contrada con ischiamazzo indecente; e per disordine peggiore, studiavansi di parlare coi passeggieri, tante volte a pregiudizio delle procedure. In Novembre 1818, fu trasportata la Prigione comune nei locali delle Carceri criminali; e venduto quel deforme fabbricato al proprietario della contigua casa, alle sue ragioni lo incorporò. Con ciò venne riparato agl'inconvenienti, e corretta una rimarchevole irregolarità di fabbriche in situazione molto interessante.
Imperdibile!!!
[vejo]
14/08/2009
per una recensione così ti perdono anche le citazioni....
Buon Ferragosto.