Proseguo alfine, con questa, la promessa serie di recensioni sui ristoranti della Valle di Fassa (Trento), che avevo iniziato alcuni mesi addietro con il ristorante Foresta, con l'ambizioso utopistico (chissà...) obiettivo di realizzarne la serie completa.
Ma ecco che vado subito fuori tema: il presente locale si trova infatti in provincia di Bolzano, a Fontanefredde, altezza 900 metri s.l.m:. La cosa però si giustifica in quanto è situato lungo la statale per Moena (primo paese importante della Valle), che costituisce passaggio obbligato se si lascia l'autostrada A22 all'uscita Egna/Ora.
Quasi al termine del viaggio alla volta della Val di Fassa, mi fermo d'abitudine ogni volta in questo stesso accogliente ristorante, annesso all'albergo omonimo.
Realizzato con architettura tipica, ha un un ampio giardino ben curato che, nel periodo estivo, è adorno di fiori, e si trova immerso nel verde delle collinette retrostanti: nei mesi estivi le finestre sono riccamente guarnite dei tipici gerani locali, e alla sinistra dell'edificio viene realizzata un'aiuola verticale con il nome del ristorante composto con fiori.
La denominazione del locale potrebbe essere dovuta alla pausa pranzo che i contadini si concedevano dopo una mattina di duro lavoro, o, secondo altra tradizione, alla sosta che i viandanti effettuavano nel corso di lunghi viaggi.
Un ampio parcheggio è disponibile dall'altro lato della strada. Sia l'albergo che il ristorante sono di grande capienza: per pranzare sono disponibili una sala piccola con "stube" interna (ambiente domestico che una volta era l'unico della casa ad essere riscaldato mediante stufa a legna, la cosiddetta "stube", appunto, e che veniva integralmente rivestito in legno proprio allo scopo di mantenerne meglio il calore), una sala grande con altra stube più grande, oltre a numerosi posti esterni nell'ampio giardino.
Sul menu si legge: "da Klara". Dopo il decesso del gestore, sig. Walther, alcuni anni or sono, è attualmente gestito appunto dalla moglie Klara e dal figlio. In appendice al menu la storia del locale.
L'interno è semplice ma ben curato, adorno di diversi manufatti ed oggetti d'epoca, rivestito in legno a vista, tutto realizzato a suo tempo, mobilio e porte comprese, direttamente dallo stesso sig. Walther, dall'attività davvero multiforme.
Il locale ha alcune caratteristiche proprie dell'agriturismo: nei mesi estivi è possibile gustare un'abbondante scelta di insalate ed ortaggi provenienti da coltivazione biologica curata degli stessi gestori, e stinco, luganega (salsiccia sottile e allungata) e salumi erano originariamente macellati in loco direttamente dal gestore (anche ora tale tradizione prosegue, avvalendosi credo della collaborazione di macellaio professionista), inoltre vengono fatti in casa anche diversi tipi di marmellate.
Il cestino del pane è dotato di rosette di pane bianco, non morbidissime, pane nero molto morbido e dal "giusto" sapore, oltre ad un pane particolare e molto caratteristico, morbidissimo, dolce, condito con mandorle, uvetta e altro, proveniente da un forno di Trodena, davvero ottimo.
La scelta dei cibi è molto vasta, altoatesina tipica ed internazionale.
Debbo premettere che, proprio per la mia lunga frequentazione del locale, per mia scelta sono solito ordinare esclusivamente piatti estremamente semplici, perchè qui sono perfetti, ma nel menu figurano, ottimamente realizzati, anche piatti di carni ben più raffinate quali filetto, una costata di manzo (non vitellone, proprio manzo ...) ottima e gigantesca, oltre a selvaggina, piatti di verdure, creme e piatti elaborati.
Inizio con canederli di formaggio al burro fuso con erba cipollina in una realizzazione particolare, caratteristica di questo locale, morbidissimi,
Proseguo con testina all'agro - fetta tondeggiante di testina molto alta e larga quasi quanto una pizza media, ricoperta con scaglie di cipolle bianche che, il gestore non lo dice, ma va tradizionalmente condita con aceto: da circa un anno qui viene servito il balsamico (si sa: è di moda ...), ma "la sua morte", a mio avviso, è l'aceto di vino rosso - piatto tipico, semplice ma sano (la testina qui è particolarmente poco grassa, contrariamente a quella servita in altri locali) ed abbondante.
Ordino anche un contorno di fagioli che merita menzione a parte per semplicità, genuinità, delicatezza e pienezza del sapore (me ne portano un'intera terrina, un quantitativo enorme che prontamente provvedo a finire)
Da bere quartino di teroldego sfuso dalle cantine di Mezzacorona, onesto, di alta gradazione, discretamente corposo, ma un poco dolciastro, e caraffa di buona acqua di rubinetto (siamo in montagna: è molto leggera, la preferisco a tante acque minerali)
In considerazione della frequenza delle uscite al ristorante che mi aspettano e della quantità del cibo già ingerito, non ordino il dessert, anche se li conosco bene (meritevoli di menzione particolare, per chi avesse occasione di passare da questa ottima tavola, il gelato di crema ai lamponi caldi, lo strudel caldo fatto in casa, la "sacher torte", anch'essa della casa) e prendo invece il caffè.
L'ambiente è oltremodo genuino, caldo, familiare, anche se il servizio leggermente lento e la comunicativa scarsa (come spesso in queste zone).
Prezzo contenuto: 20€
Sarebbe proprio il caso per questo locale, estremamente consigliabile, di adottare la frase della guida Michelin: "un'ottima tavola nella sua categoria".
E qui appunto sorge il problema dell'attribuzione dei cappelli. Anche se si tratta di un locale tradizionale e tutto sommato alla buona, la scelta è ampia, i cibi sostanziosi, abbondanti, genuini, e l'ambiente semplice, bello, familiare, accogliente.
Ci vorrebbe un "range" di cappelli superiore, nel senso che, su un massimo consentito di cinque, forse tre sono pochi e quattro troppi, anche tenendo conto della necessità di raffronto con altri locali della zona che andrò a recensire: credo si debba offrire a chi legge anche un parametro di confronto numerico.
Attribuisco di conseguenza a questo locale 3 cappelli, ma invito chi legge a prenderlo in considerazione sulla base del testo complessivo della recensione e, auspicabilmente, di un raccomandatissimo sopralluogo personale ...
Consigliato!
[aratos]
08/04/2010
Il problema del "range" dei cappelli in effetti sorge non poche volte, spesso tradendo il valore effettivo del locale. Io stesso avrò scritto 5-6 recensioni, e almeno nella metà di queste mi sono trovato in bilico nell'assegnazione dei cappelli..
Io personalmente in questi casi tendo a dare il voto più alto per non penalizzare il locale, ma c'è molta gente, come te a quanto pare, che preferisce invece non allargarsi..
E' un bel dilemma! Si dovrebbe poter dare il "mezzo cappello"!